Specialista in Ortopedia e Traumatologia. Esperto in chirurgia del piede e della caviglia.

Fascite Plantare e Spina Calcaneare

Fascite Plantare e Spina Calcaneare

La fascite plantare è infiammazione della parte arcuata del piede dovuta principalmente ad anomale sollecitazioni biomeccaniche. Piede piatto o cavo e la conseguente contrattura della gamba possono essere concause.

Prima e dopo l‘intervento

Dr. Roberto Pelucchi specialista in ortopedia e chirurgia. Esperto nel trattamento delle patologie del piede e della caviglia.

Fascite plantare e spina calcaneare: cos’è e come si cura

La fascite plantare è uno dei problemi più diffusi del piede e può colpire indifferentemente sia le donne che gli uomini, anche se si registra una leggera prevalenza della sua incidenza nel mondo maschile tra i 40 e i 70 anni. È un problema molto diffuso tra gli atleti, soprattutto tra quelli amatoriali che praticano la corsa.

La fascite plantare è un’infiammazione della parte arcuata del piede che collega il calcagno alle dita del piede, in quella parte dove si crea appunto l’arco del piede. Insorge a causa di un sovraccarico o di una forte tensione della fascia plantare, a causa di eventi traumatici o per l’utilizzo di scarpe poco protettive o inadeguate (con plantare scarso o con suola troppo morbida).

Il soggetto affetto da fascite plantare avverte dolore sulla parte posteriore del piede, può presentare un lieve gonfiore e arrossamento del piede, una discreta rigidità o semplice tensione dell’arco nella parte inferiore del piede. Spesso un piede piatto o cavo possono essere causa o concausa stessa della patologia.

Il rischio di ammalarsi di fascite plantare aumenta se si corre su lunghe distanze su terreni non regolari o in discesa; ma può insorgere anche quando un soggetto è obeso o aumenta di peso in modo repentino.

Sintomi della fascite plantare e spina calcaneare

Dolore e rigidità della parte inferiore del tallone sono i sintomi più evidenti della fascite plantare. A livello del tallone il dolore è spesso associato a bruciore e può addirittura diffondersi a tutta la parte inferiore del piede.

Il dolore in presenza di fascite plantare è più forte al mattino (al risveglio quando si effettuano i primi passi), dopo un periodo prolungato di stazione eretta o seduta, quando si salgono le scale e dopo intensa attività sportiva.

È importante che in presenza di sintomi di fascite plantare, il chirurgo del piede accerti tramite radiografia che non ci siano altre patologie presenti.

Il trattamento della fascite plantare e spina calcaneare

Riposo e controllo dell’infiammazione sono la cura più immediata, non solo in presenza di dolore acuto ma fino alla regressione totale dei sintomi della fascite plantare. Lo specialista ortopedico può anche consigliare l’uso di un plantare.

Il riposo per almeno una settimana è fondamentale per evitare che l’infiammazione progredisca e cronicizzi. Esercizi di stretching al tallone e al piede possono essere di aiuto ma devono essere eseguiti sempre su indicazione del medico ortopedico e sotto il controllo di un fisioterapista.

Per ridurre l’infiammazione e la conseguente sintomatologia dolorosa, quando è persistente e pungente, è consigliabile l’uso del ghiaccio locale per almeno 15 minuti e per 3 / 4 volte al giorno. Nel frattempo è utile consultare il chirurgo del piede prima di riprendere l’attività ed eventuali allenamenti sportivi.

L’infiammazione causata dalla fascite plantare può essere controllata con antinfiammatori non steroidei (FANS) che riducono sensibilmente anche il dolore. In taluni casi – sempre previo parere del chirurgo del piede – si può ricorrere anche ad infiltrazioni di corticosteroidi.

In caso di insorgenza di fascite plantare bisogna comunque sospendere qualsiasi attività sportiva, evitare di rimanere a lungo in piedi e di camminare, soprattutto su superfici rigide.

In casi più gravi di fascite plantare, ci si può avvalere dell’aiuto della stampelle in modo da scaricare il peso del piede dolente. L’uso di calzature a soletta tonda risulta essere di particolare sollievo per il paziente.

E’ possibile che per la risoluzione del problema di debba ricorrere ad un intervento chirurgico, che deve essere valutato con il chirurgo del piede.

Tra le tecniche di chirurgia mininvasiva la più efficace e con minor impatto sul paziente è la fasciotomia: attraverso un’incisione puntiforme a livello del calcagno si interrompe la fascia plantare. Viene applicato un punto di sutura. L’intervento è eseguito in anestesia locoregionale, in day hospital, dura pochi minuti, la deambulazione è immediata ma con cautela in quanto inizialmente il dolore da appoggio può essere accentuato.

La fascite plantare è spesso associata alla spina calcaneare

La fascite plantare è spesso connessa alla presenza di una spina calcaneare, che non è necessariamente una patologia, bensì una formazione benigna e fibrosa dell’osso che si forma con la retrazione dell’aponeurosi plantare.

La rimozione della spina calcaneare è solo chirurgica e normalmente avviene con chirurgia mininvasiva. C’è da segnalare però che l’intervento non è definitivo in quanto la formazione ossea può riformarsi. Sarà il chirurgo del piede a valutare l’opportunità dell’intervento chirurgico, indispensabile soprattutto negli sportivi che sono limitati nello svolgimento della propria pratica fisica proprio a causa del dolore che la spina calcaneare scatena nelle continue sollecitazioni e pressioni a cui è sottoposto il piede.

La prevenzione della fascite plantare e spina calcaneare

Per prevenire l’insorgenza di fascite plantare è utile rafforzare la caviglia, il tendine di Achille e la muscolatura del polpaccio con esercizi di stretching, nonché utilizzare scarpe adeguate, soprattutto quando si pratica sport.

Alcune indicazioni utili su come effettuare correttamente gli esercizi di stretching: http://www.esseredonnaonline.it/spazio-salute/fascite-plantare-cura-e-esercizi-utili/