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Un piede sano è importante per la salute di tutto il corpo?

Il piede è un organo complesso perché muscoli, tendini, strutture capsulari, articolazioni e strutture ossee rendono il piede un’unità funzionale.  Trattandosi di un organo complesso non è facile fare diagnosi e trattarlo.

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Un piede sano è importante per la salute di tutto il corpo

Dall’intervista al Dott. Roberto Pelucchi, Specialista Ortopedico Responsabile della Chirurgia del Piede Clinica Zucchi, Monza
Pillole di salute https://www.youtube.com/watch?v=ELvJOFZT7fo
Canale 115 – RMK TV

Il piede è importante perché rappresenta il primo gradino conoscitivo nel bambino appena nato. Non a caso impariamo a camminare da piccoli, perché il nostro sistema neurologico e cerebrale ha molti neuroni che sono deputati a questo tipo di sensibilità.

Il piede è un organo molto sensibile. Basti pensare a come un minimo granello sotto il piede sia sufficiente per avvertire immediatamente una sensazione di fastidio o a quanto sia difficile riprendere a camminare  in caso di patologia o quando si rimane con il piede sollevato da terra a seguito di un trauma per lungo tempo. In questo caso l’impatto con il terreno è di tipo conoscitivo ed è molto difficile riprendere la deambulazione da un punto di vista propriocettivo, e quindi di sensibilità.

Il piede è un organo importante dal punto di vista tattile e percettivo, basti pensare a quando la mamma poggia i piedi del neonato sul proprio viso. Il piede è uno degli organi che la mamma guarda per primo. Le piccole deformazioni che ci sono alla nascita, se trascurate, possono portare allo sviluppo di patologie del piede in età adulta.

Il piede del bambino è, infatti, importante per determinare la futura salute del piede in età adulta. Se il piede torto è una patologia congenita neonatale, la cui diagnosi viene già effettuata addirittura da un punto di vista ecografico prima della nascita, e deve essere trattata subito, da un punto di vista evolutivo, quello che è importante nella valutazione del bambino è considerare come tende a svilupparsi il piede, soprattutto in relazione al piede piatto.

Il piede piatto è normale fino a una certa età (entro gli 8-9 anni), successivamente rappresenta una vera e propria patologia. A volte si vedono bambini che vengono a visita quando hanno 4-5 anni di età, quando avere il piede piatto è fisiologico, e non tornano quando hanno 8-10 anni, quando invece siamo in presenza di patologia.

La correzione chirurgica preventiva del piede piatto permette di riallineare correttamente l’assetto del piede e di ridurre l’incidenza di quelle patologie che si svilupperanno in età adulta. Un piede piatto è un piede che porta ad avere fascite plantare, disturbi a carico del tendine di Achille, deformità delle dita, come per esempio l’alluce valgo. Patologie che si sviluppano a seguito di sollecitazioni funzionali che risultano essere ancora più marcate laddove l’appoggio del piede non è corretto.

La prevenzione del piede piatto si fa proprio nell’età tra gli 8 e i 12 anni. Una piccola correzione chirurgica sicuramente permette di avere grandi risultati da un punto di vista preventivo, anche per quanto riguarda l’assetto generale di tutto l’arto inferiore.  Correggendo la deformità a carico della parte posteriore del piede si riesce a riallineare l’assetto di tutto l’arto inferiore.

Il piede è una unità funzionale complessa

Il piede è considerato un organo complesso perché è costituito da tante articolazioni ed è anche complesso da trattare. Ma può essere rivelatore di patologie generali. Partendo dall’esame obiettivo del piede, infatti, si possono individuare patologie di tipo vascolare e sistemico, come per esempio il diabete, o patologie micotiche a livello cutaneo, che possono anche far supporre condizioni di scadimento delle condizioni generali della persona dal punto di vista immunitario.

Il piede è un organo complesso perché muscoli, tendini, strutture capsulari, articolazioni e strutture ossee rendono il piede un’unità funzionale.  Trattandosi di un organo complesso non è facile fare diagnosi. Un dolore a carico del calcagno, piuttosto che del tendine, o di tipo sciatico che ha un’irradiazione nel piede è di difficile individuazione perché il tutto è localizzato nello spazio di pochi centimetri. L’adeguata conoscenza delle strutture dal punto di vista anatomico da parte del chirurgo specialista del piede in fase di visita è fondamentale.  Rappresenta il punto di partenza per indirizzare il paziente da un punto di vista strumentale in un percorso di tipo diagnostico.

Il piede non deve essere trattato per la singola patologia. Spesso, per esempio le patologie dell’avampiede più frequenti, come alluce valgo e piede a martello, sono espressione di patologie più complesse che riguardano tutto il piede.  Quindi quando un piede necessita di trattamento, deve essere valutato nella sua complessità, anche per evitare una recidiva della patologia stessa.

Il rapporto tra colonna vertebrale e piede è un meccanismo di interscambio: patologie della schiena si possono riflettere sui piedi (per esempio, un dolore di tipo sciatico si può manifestare talvolta con un dolore al tallone) e, viceversa, patologie del piede o la sua mancata funzionalità corretta possono avere delle notevoli ripercussioni sulla schiena.

Dal punto di vista chirurgico, negli ultimi anni ha preso sempre più piede la chirurgia mininvasiva. Per quanto riguarda invece le patologie cartilaginee o i traumi di caviglia e le tendinopatie, sicuramente l’utilizzo dei fattori di crescita o delle cellule staminali rappresentano un terreno nuovo, molto fertile e sul quale lavorare nel prossimo futuro ma dove già attualmente si stanno utilizzando questi tipi di materiali con risultati molto soddisfacenti (es. lipofilling).

La scelta tra chirurgia mininvasiva e chirurgia classica (o aperta)

La scelta di fare una chirurgia mininvasiva ha sicuramente i suoi vantaggi ma non sempre tutto è trattabile in chirurgia mininvasiva. Buona parte del piede può essere trattata in chirurgia mininvasiva. Bisogna che il chirurgo specialista del piede valuti, a seconda delle situazioni quanto si può fare.

A volte ci sono delle patologie endo-articolari, cioè all’interno delle articolazioni, che hanno la necessità di essere trattate per via aperta.  Avere però un’adeguata esperienza di chirurgia aperta porta il chirurgo ad effettuare anche degli interventi di chirurgia mininvasiva di dettaglio, con accessi chirurgici di soli 3 mm, riuscendo a correggere parecchio, come per esempio avviene nel trattamento della patologia dell’alluce valgo in chirurgia mininvasiva in percutanea.  Ma questo può avvenire anche in caso di patologie più consistenti, per esempio in caso di spina calcaneare o borsiti retro-calcaneari delle inserzioni del tendine di Achille.

La prevenzione da parte dei giovanissimi

La camminata del bambino deve essere osservata costantemente. Ma difetti nella camminata devono essere subito sottoposti al chirurgo del piede perché possono essere campanelli di allarme per la presenza di patologie del piede.

Calzature adeguate sicuramente giocano un ruolo determinante nella prevenzione.

Per chi ha già sviluppato la deformità e la patologia, rallentare il processo degenerativo diventa sempre più difficoltoso.

L’alluce valgo: una delle patologie più frequenti nella donna

L’utilizzo della scarpa troppo stretta o con tacco alto è una concausa dell’alluce valgo

La patologia dell’alluce valgo può essere primitiva, cioè localizzata esclusivamente all’alluce, oppure essere secondaria: espressione di una patologia legata alla porzione posteriore del piede. La calzatura può essere sicuramente slatentizzante, può quindi accelerare il processo di tipo degenerativo a carico delle strutture capsulo-legamentose e quindi favorire lo sviluppo della patologia stessa. 

Imprigionare il piede all’interno di una scarpa determina uno sfregamento a carico dei tessuti molli circostanti e quindi lo sviluppo di borsiti e callosità, che in fase precoce possono essere trattate con una minima aggressività, ma successivamente tendono a cronicizzarsi e quindi a richiedere trattamenti più complessi.

Nel piede l’aspetto estetico sconfina spesso con quello funzionale    

Prevalentemente la richiesta che viene fatta all’ortopedico è di tipo funzionale. Il paziente si reca dall’ortopedico per un problema di dolore al piede. Chi ha solo un piede brutto, lo tiene nascosto ma non pensa ad affrontare il problema dal punto di vista medico.

Infatti, un trattamento chirurgico non è mai indicato solo per indicazioni estetiche. Un chirurgo non deve mai trattare un piede che non abbia problemi di dolore, perché andare a trattare un piede per una questione squisitamente estetica comporta poi il rischio di avere un piede che prima non dava dolore, per quanto potesse essere brutto, ma poi implica una limitazione funzionale per quanto riguarda il cammino.

Quanto gioca una buona calzatura nella prevenzione?

Nel discorso della prevenzione, la calzatura gioca un ruolo determinante. Utilizzare un certo tipo di calzature piuttosto che altre, favorisce lo sviluppo di alcune patologie del piede. Questo è particolarmente determinante nelle donne per lo sviluppo delle patologie dell’avampiede (es. alluce valgo, dito a martello, etc.)  per l’uso di calzature con tacco alto e/o punta stretta. 

Molte donne richiedono spesso l’intervento per poter tornare ad utilizzare un certo di tipo di calzature. L’aspetto funzionale rispetto a quello estetico è strettamente connesso nelle pazienti di sesso femminile.

Quanto alto deve essere il tacco di una scarpa per non recare danno alla salute delle articolazioni e della colonna vertebrale?

Un tacco di 4 cm permette un’equa distribuzione del peso tra la porzione posteriore del piede e quella anteriore. Tutto quello che scivola verso il basso (es. le ballerine) piuttosto che il tacco 12 crea sicuramente una situazione di scompenso. Però anche il tacco alto può essere usato, ma con moderazione!

La distorsione di caviglia: una patologia da trattare precocemente per evitare recidive

Le distorsioni della caviglia nel 90% dei casi hanno un’evoluzione favorevole. Il problema non è tanto nelle distorsioni della caviglia per trauma acuto, ma piuttosto un buon trattamento fin dall’inizio. Una distorsione di caviglia per quanto possa essere grave, quando è trattata precocemente e in modo corretto, porta senz’altro a dei risultati di guarigione pressoché totali. Il problema sono le recidive.

Un trauma di caviglia trattato male, con una cattiva successiva riabilitazione (scarsa o del tutto mancante) sicuramente incide in modo sfavorevole sulla percentuale di recidive che possono verificarsi. Conseguentemente, da una patologia acuta diventa una patologia cronica quindi le recidive e le distorsioni si susseguono e questo porta ad una lassità dei tessuti e alla necessità di un trattamento chirurgico.

La spina calcaneare è una patologia quando dà dolore

La spina calcaneare è un quadro descrittivo dal punto di vista radiologico. È da considerarsi una patologia quando dà problemi di tipo doloroso. Di fatto non c’è nessuna ‘spina’ che possa creare una irritazione dei tessuti intorno. La spina calcaneare è una calcificazione di una zona del calcagno dove si inserisce una fascia, la fascia plantare che è particolarmente sollecitata. Non a caso colpisce maggiormente gli sportivi.

Solo il dolore può essere spia della presenza di questa patologia. I disturbi sono spesso associati alla tendinite in quanto la fascia plantare si inserisce a livello del calcagno dove, a volte, si forma questa spina o sperone calcaneare, che diventa un tutt’uno con il complesso achilleo posteriore (tendine dell’Achille). Le patologie sono quindi strettamente connesse perché c’è una retrazione dei tessuti. Non a caso, è importante effettuare dei trattamenti di stretching proprio per ‘detendere’ queste strutture che sono particolarmente sollecitate e che, quindi, hanno bisogno di essere adeguatamente rilasciate.

Piede cavo o piede piatto possono essere concause nella formazione della spina calcaneare proprio perché le strutture sono molto allungate e creano una maggiore incidenza di questa patologia.

L’uso di plantari, scarpe adattate o creme possono essere dei validi coadiuvanti nel trattamento della spina calcaneare quando è asintomatica e in forma lieve. Quando la patologia è più consistente si ricorre ad un trattamento di tipo chirurgico anche perché le patologie che ‘affiorano’ a livello cutaneo sono sempre sostenute da una deformità a livello osseo. L’utilizzo del plantare può essere di forte aiuto ad un trattamento chirurgico, laddove il risultato di successo può essere rappresentato da un 70-80% e la percentuale restante può essere coperta dall’utilizzo di plantari. Viceversa, l’utilizzo di plantare può essere utile per patologie di tipo minore.

Piede e diabete

Una delle principali complicanze del diabete è proprio il piede diabetico. Il piede diabetico è una patologia estremamente complessa perché rappresenta un insieme di patologie: di ordine infettivo, vascolare e sensitivo, proprio perché il paziente diabetico perde progressivamente la sensibilità del piede

In questi casi è indispensabile effettuare una quotidiana ispezione del proprio piede: fare attenzione alla perdita di sensibilità, a taglietti, a micosi anche di minima entità. Proprio osservando il piede con molta attenzione è possibile prevenire delle complicazioni maggiori.

Le patologie più frequenti negli sportivi

Una delle patologie del piede di più frequente riscontro è a livello del tallone e dell’inserzione dei tendini, con frequente sintomatologia dolorosa. Il dolore a carico del tallone può essere di diversi aspetti e avere diversi significati e cause. Può essere a livello dell’inserzione del tendine di Achille; della fascia plantare; di tipo compressivo che interessa la parte interna e plantare del calcagno; del tendine tibiale posteriore che sostiene la volta plantare, molto sollecitato nella fase del passo e che va in contro a fenomeni di tipo degenerativo fino a un quadro di vera e propria rottura, portando fino a un piede piatto.

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