• Domande e risposte

Domande e Risposte

Il piede è organo e unità funzionale del nostro corpo molto complesso. È formato da muscoli, tendini, strutture capsulari, articolazioni e strutture ossee.  Le patologie che colpiscono piede e caviglia sono tante e spesso correlate tra loro: fare la giusta diagnosi non è facile. Per avere la risposta e la soluzione corretta, è necessario affidarsi sempre a professionisti qualificati, con esperienza e che dedicano molto tempo all’aggiornamento per l’impiego di tecniche e materiali sempre innovativi.  Tante sono le domande…

ALLUCE VALGO

Dolore all’alluce

Dolore al primo dito del piede. Potrebbe trattarsi di alluce valgo (deviazione laterale del dito) più frequente nelle donne e meno frequente nei maschi, o di alluce rigido, una forma di artrosi che comporta la sofferenza della cartilagine e si manifesta con dolore e gonfiore. La diagnosi avviene tramite visita e radiografia e, a seconda della gravità della situazione, si decide se intervenire chirurgicamente con tecnica mininvasiva che riduce i tempi di ripresa.

Contenuto tratto da :
Tratta bene i tuoi piedi. A cura di Paola Scaccabarozzi. For Men 7/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

Qual è la causa più frequente di alluce valgo?

La causa più frequente del valgismo è il piede piatto. La minore curvatura della pianta del piede provoca infatti un sovraccarico sulla parte anteriore. Per prevenire il valgismo è quindi importante correggere il piede piatto con un plantare oppure con un piccolo intervento chirurgico.

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Alluce valgo : 4 cose che non sai. A cura di Silvia Pigorini. Confidenze 1.9.2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

Qual è la scarpa ideale per l’alluce valgo?

La scarpa più adatta per l’alluce valgo è l’infradito perché lascia libero il piede e soprattutto l’alluce. Al contrario, la scarpe a punta, specie con tacco superiore a 5 cm possono aumentare il valgismo.

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Alluce valgo : 4 cose che non sai. A cura di Silvia Pigorini. Confidenze 1.9.2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

È meglio fare subito l’intervento in caso di alluce valgo?

Quando l’alluce (e spesso anche la pianta del piede) inizia a dare dolore e la deformità tende ad aumentare è indicato l’intervento chirurgico, che oggi è mininvasivo con il vantaggio di una guarigione rapida (circa 1 mese) e un minor rischio di infezioni postoperatorie. Questo intervento, però, dovrebbe essere fatto precocemente, per evitare che la spinta dell’alluce contro le altre dita comprometta la parte anteriore del piede, e di conseguenza, la postura.

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Alluce valgo : 4 cose che non sai. A cura di Silvia Pigorini. Confidenze 1.9.2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

Se il difetto dell’alluce valgo è solo estetico non si ricorre all’intervento chirurgico?

Se, nonostante l’alluce deviato, il piede non fa male, non bisogna intervenire in alcun modo. In questo caso, infatti, un’operazione a scopo solo estetico rischia di far perdere l’equilibrio che si è creato nonostante il disturbo, con conseguente comparsa di dolori e difficoltà a camminare.

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Alluce valgo : 4 cose che non sai. A cura di Silvia Pigorini. Confidenze 1.9.2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

CHIRURGIA MININVASIVA DEL PIEDE

In quali patologie del piede è indicata la mininvasiva?

Si è partiti con il trattamento dell’alluce valgo, poi le indicazioni si sono estese e oggi non è specifica per un tipo di intervento piuttosto che un altro; non è legata esclusivamente a problematiche dell’avampiede ma si fanno in mininvasiva anche trattamenti del retropiede: artrodesi, patologia calcaneare, osteotomie di calcagno.
Spesso la scelta tra chirurgia aperta e mininvasiva non dipende tanto dal tipo di patologia ma dalla sua gravità; questo accade per esempio in caso di alluce rigido, ma anche con un alluce valgo praticamente anchilotico: la mininvasiva non ci dà i mezzi per intervenire in modo efficace con interventi sostitutivi.
Personalmente ho trattato con approccio mininvasivo artrodesizzando alluci rigidi di quarto grado, ma in generale quando è necessario inserire del materiale di una certa dimensione si possono fare interventi di chirurgia mista, in cui le tecniche mininvasive vanno a supporto della chirurgia aperta, per ridurre comunque l’aggressività degli accessi chirurgici.

Contenuto tratto da :
Mininvasiva del piede: “solo per chirurghi esperti”. A cura di Renato Torlaschi
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia mininvasiva del piede e della caviglia. Fa parte del Grepmic (www.grecmip.org), un gruppo europeo di ricerca e formazione sulla chirurgia mininvasiva del piede.

Quali le ragioni del recente successo della chirurgia mininvasiva del piede?

Il successo è dovuto a vantaggi reali, come per esempio una ferita minima e correzioni valide dal punto di vista biomeccanico, ma anche a qualche equivoco. È una chirurgia apparentemente facile e per questo molti chirurghi vi si sono dedicati per realizzare interventi in modo più “sbrigativo” rispetto alla chirurgia tradizionale. Ma è un’impressione errata: si tratta in realtà di una chirurgia abbastanza demolitiva ed è facile provocare danni se non si ha un solido background di conoscenza della chirurgia aperta; sfortunatamente molti che non avevano una reale esperienza nella chirurgia del piede hanno abbracciato frettolosamente le tecniche mininvasive proprio perché hanno avuto questa ingannevole impressione di facilità nell’esecuzione, ma sempre più spesso si vedono conseguenze di errori nell’applicazione di una tecnica che invece, quando viene utilizzata correttamente, dà ottimi risultati.

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Mininvasiva del piede: “solo per chirurghi esperti”. A cura di Renato Torlaschi
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia mininvasiva del piede e della caviglia. Fa parte del Grepmic (www.grecmip.org), un gruppo europeo di ricerca e formazione sulla chirurgia mininvasiva del piede.

Quali sono le conseguenze cliniche degli errori in chirurgia mininvasiva?

A livello locale possono esserci ustioni alla cute, ustioni al tessuto osseo e correzioni sia in difetto che in eccesso: nel primo caso il paziente si ritrova sostanzialmente con lo stesso tipo di patologia precedente all’intervento, mentre se c’è un eccesso di aggressività chirurgica, siccome si entra con frese rapidamente rotanti che possono ustionare l’osso, si possono avere ritardi di consolidazione se non addirittura mancata consolidazione, oltre a deformità residue. Faccio riferimento per esempio all’alterazione dell’appoggio metatarsale. Sono danni abbastanza frequenti quando non c’è a monte una preparazione adeguata.

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Mininvasiva del piede: “solo per chirurghi esperti”. A cura di Renato Torlaschi
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia mininvasiva del piede e della caviglia. Fa parte del Grepmic (www.grecmip.org), un gruppo europeo di ricerca e formazione sulla chirurgia mininvasiva del piede.

In caso di applicazione corretta delle tecniche, quali complicanze possono comunque presentarsi?

Le complicanze sono inferiori rispetto ad altre tecniche, a partire dal rischio di infezione che con un accesso di minima ha una probabilità minore di insorgere. Anche i tempi di recupero sono inferiori, perché il materiale osseo che viene fresato rimane in sede e facilita la consolidazione dell’osso. Gli svantaggi rispetto alla chirurgia aperta sono solo le possibili ustioni. Nell’ambito della chirurgia del piede bisogna poi segnalare, purtroppo, la presenza di numerosi millantatori.

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Mininvasiva del piede: “solo per chirurghi esperti”. A cura di Renato Torlaschi
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia mininvasiva del piede e della caviglia. Fa parte del Grepmic (www.grecmip.org), un gruppo europeo di ricerca e formazione sulla chirurgia mininvasiva del piede.

PIEDE PIATTO

Qual è la scarpa giusta per il piede piatto? Devono avere il plantare anatomico?

Il piede piatto può essere individuato facilmente, anche con la sola osservazione clinica, dal pediatra prima e dallo specialista ortopedico in seconda battuta. Bisogna comunque considerare che è normale che i neonati e i bambini abbiano i piedi piatti, perché l’arco plantare non si è ancora sviluppato. In alcuni casi l’uso del plantare sembra risolvere il problema, ma in realtà è il piede a prendere la sua forma corretta per una sua evoluzione naturale. È comunque buona norma far usare ai bambini scarpe con plantare anatomico, di buona qualità, della misura adatta al loro piede.

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Servono i plantari per il piede piatto? A cura di Patrizia Orvieto. Come stai  2/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

L’intervento preventivo per il piede piatto nei bambini

Abitualmente nei bambini l’operazione per piede piatto, che ha una durata di soli 10 minuti, si svolge in sedazione generale. Tecnicamente consiste nel posizionamento di una vite tra due ossa del piede, il calcagno e l’astragalo. La vite ha la funzione di stimolare un corretto accrescimento del piede, obbligando il paziente all’utilizzo di gruppi muscolari che nel piede piatto vengono poco sollecitati. Tutto ciò rappresenta una rieducazione continua, portando il piede ad una evoluzione corretta della forma e della funzione. In alcuni casi è utile intervenire chirurgicamente anche sulle strutture muscolo-tendinee, con un prolungamento dei tempi chirurgici di circa 20 minuti.
Il bambino può camminare già dal giorno successivo all’intervento. Solo in caso di trattamento anche a livello tendineo sarà necessario l’utilizzo di un tutore per circa un mese. Indispensabile un successivo trattamento fisioterapico e la valutazione semestrale del paziente. In conclusione, l’intervento è sicuramente consigliabile perché rappresenta l’unica strada possibile per una correzione definitiva, ovviando quindi all’uso di scarpe o plantari particolari.

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Servono i plantari per il piede piatto? A cura di Patrizia Orvieto. Come stai  2/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza
Per saperne di più consulta anche la sezione piede piatto.

MISCELLANEA

A casa è meglio camminare a piedi nudi?

Camminare a piedi nudi a casa porta tanti benefici. Prima di tutto ne ha giovamento la circolazione, con il conseguente ritorno venoso e il risultato di avere gambe e piedi meno gonfi. Temere funghi e batteri è inutile: il rischio è, caso mai, maggiore quando si mettono le scarpe chiuse, perché al loro interno si crea un ambiente caldo e umido.  Inoltre, indossando le scarpe viene preclusa al piede la possibilità di percepire correttamente la qualità del terreno e ridotta la sensibilità tattile, con la conseguenza che i piedi non possono assumere una posizione naturale. Allora, fate come i giapponesi : lasciate le scarpe fuori di casa.

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Dottore, che scarpa metto? La comodissima! A cura di Paola Occhipinti, Gente 22.9.2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

Dolore alla pianta del piede

Quando a far male è l’intera pianta del piede, allora si è di fronte a una fascite plantare che non è altro che l’infiammazione di tutta la pianta. Normalmente c’è una predisposizione a questo tipo di disturbo, legata alla struttura stessa del piede, oppure all’utilizzo di calzature inadeguate o a una sollecitazione eccesiva del piede (corsa, piccoli traumi…).  Lo specialista ortopedico dopo aver attentamente valutato la situazione, potrebbe prospettare un trattamento chirurgico con una tecnica mininvasiva che richiede brevi tempi di recupero.

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Tratta bene i tuoi piedi. A cura di Paola Scaccabarozzi. For Men 7/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza

Un doloroso sperone calcaneare

Lo sperone calcaneare non è una vera e propria patologia, bensì la conseguenza di una sollecitazione anomala della fascia plantare, in piedi che presentano un appoggio non corretto. Il dolore calcaneare è determinato da più cause, spesso confuse con la presenza della spina calcaneare. Tra queste ricordiamo la fascite plantare, una forma irritativa a carico di strutture nervose che passano in questa zona e che può essere manifestazione di una patologia del calcagno, così come può invece derivare da fenomeni irritativi del nervo sciatico.  Oltre ovviamente ad indagare in modo più approfondito la causa del dolore, mediante una visita specialistica ed esami diagnostici, quali radiografia ed eventuale risonanza magnetica, le suggerisco di iniziare con l’uso di una calzatura con tacco di 5-6 centimetri, talloniere ammortizzanti e terapia fisica locale come laser, Tecar o onde d’urto o eventuali infiltrazioni antinfiammatorie. Qualora tutto questo non fosse sufficiente, dietro specifica indicazione dello specialista, potrebbe essere necessario, ma solo in rari casi, il trattamento chirurgico.

Contenuto tratto da:
Risponde l’ortopedico. Con la collaborazione di Giuliana Vitali. Intimità 11.05.2016
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza
Per saperne di più consulta anche le sezioni fascite plantare, spina o sperone calcaneare.

Dolore al tallone

Se la zona dolente è il tallone, cioè la zona posteriore del piede a contatto con il terreno, è probabile che si soffra di tallonite. Si tratta di un’infiammazione il cui dolore si manifesta la mattina appena si compiono i primi passi, oppure durante la giornata dopo essere stati a lungo a riposo, seduti o alla scrivania. La tallonite è, in genere, causata da microtraumi, per esempio quelli che si subiscono correndo.
La prima cosa da fare è rivolgersi a uno specialista ortopedico del piede perché il dolore può essere provocato non solo da piccoli traumi, ma può essere causato anche dalla gotta (cristalli di acido urico che si formano nelle strutture del piede), oppure può derivare da una particolare struttura che caratterizza il nostro piede. Le terapie saranno quindi personalizzate. Si va dalle talloniere che ammortizzano l’impatto con il terreno, ai rialzi interni, alle infiltrazioni con farmaci o con cellule staminali.

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Tratta bene i tuoi piedi. A cura di Paola Scaccabarozzi. For Men 7/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza
Per saperne di più consulta anche la sezione lipofilling.

Dolore al Tendine di Achille

Si tratta di un dolore localizzato a livello posteriore sopra il calcagno (l’osso più voluminoso del piede che costituisce il tallone). È un dolore sordo, che si sviluppa gradualmente e che si manifesta soprattutto dopo l’attività sportiva. Per una diagnosi accurata bisogna rivolgersi allo specialista ortopedico. Comunque, generalmente per la cura delle tendiniti, funzionano molto bene il laser, la magnetoterapia (terapia che utilizza i campi magnetici) e le infiltrazioni (iniezioni locali) a base di farmaci.

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Tratta bene i tuoi piedi. A cura di Paola Scaccabarozzi. For Men 7/2015
Leggi l’intervista integrale al Dott. Roberto Pelucchi, ortopedico esperto di chirurgia per le patologie del piede e della caviglia. Responsabile della Chirurgia del Piede Istituti Clinici Zucchi di Monza
Per saperne di più consulta anche la sezione Tendinite dell’Achille.